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Pomigliano d’Arco, l’inchiesta di Fanpage.it aprì la strada ai controlli: ora la commissione d’accesso

A Maggio scorso l’inchiesta “La città di cemento” di Fanpage.it sollevò l’intreccio tra interessi criminali e pubblica amministrazione a Pomigliano d’Arco. Ora scattano i controlli sulle infiltrazioni per l’amministrazione del Sindaco Lello Russo.
A cura di Antonio Musella
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Raffaele "Lello" Russo, sindaco di Pomigliano d'Arco (Napoli)
Raffaele "Lello" Russo, sindaco di Pomigliano d'Arco (Napoli)

L'inchiesta di Fanpage.it "La città di cemento" pubblicata nel maggio 2024 aveva fatto emergere possibili intrecci tra gli interessi del clan Foria e l'amministrazione comunale di Pomigliano d'Arco, guidata dal più volte sindaco Lello Russo. Ora l'arrivo della commissione d'accesso decisa dal ministero degli Interni e nominata dal Prefetto di Napoli, ha segnato una svolta in tutta la vicenda. L'inchiesta giornalistica, che ruotava intorno al licenziamento dell'ex capo dei vigili urbani di Pomigliano d'Arco, il colonnello Luigi Maiello, mostrò gli interessi di alcune aziende con interdittiva antimafia nella costruzione di centinaia di appartamenti nel grosso centro alle porte di Napoli.

La vicenda delle licenze edilizie a Pomigliano d'Arco

Maiello ed i suoi uomini per primi svolsero indagini che mostrarono diverse irregolarità. Quando Lello Russo divenne sindaco, per la settima volta nella sua carriera politica, a seguito della caduta dell'amministrazione sostenuta da Pd e M5S, sfiduciata da diversi consiglieri che poi passarono con Russo, il capo dei vigili urbani fu prima demansionato e poi addirittura licenziato. Il motivo, spiegò  il sindaco sarebbero state irregolarità che sarebbero state riscontrate nella presentazione dei documenti che avevano portato all'incarico. Successivamente il Tar decise per il reintegro. Le indagini sulle licenze edilizie erano state iniziate proprio da Luigi Maiello.

A essere colpite, tra le altre, è anche la Piramide costruzioni, interessata da una interdittiva antimafia confermata dalla Prefettura di Napoli e di proprietà della famiglia Foria, il cui capo famiglia Nicola Foria era stato condannato in via definitiva per reati dal metodo mafioso. Fanpage.it ricostruì tutta la vicenda, mostrando documenti e atti ufficiali che sottolineavano gli interessi del clan Foria nell'azienda edile. Il sindaco Russo a seguito del licenziamento di Maiello durante un consiglio comunale in diretta ribadì, come aveva già fatto in campagna elettorale, che "a Pomigliano la camorra non esiste", annunciando querele a chiunque avesse detto il contrario.

"La camorra non esiste": lo scontro con governo e opposizione

Dopo la pubblicazione dell'inchiesta di Fanpage.it infatti, si avviò prima lo "scontro" con i deputati di opposizione Francesco Emilio Borrelli e Carmela Auriemma, e poi con la presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo, di Fratelli d'Italia. Russo infatti prima definì Francesco Emilio Borrelli "un trombone", e poi si scontrò anche con la Colosimo, la quale invece ribadì la presenza criminale a Pomigliano e la necessità di indagare sull'intreccio tra clan e politica . A concludere la prima parte della vicenda legata al Comune di Pomigliano d'Arco arrivò la decisione del tribunale di annullare il licenziamento di Maiello, che fu reintegrato in servizio, ma fu spedito a dirigere lo stato civile del Comune, ben lontano dalla Polizia Municipale.

Più recentemente invece, appena poche settimane fa,  la Prefettura di Napoli ha emesso una nuova interdittiva per un'altra società legata alla famiglia Foria. In questo caso quella titolare di un bar del centro il "Ma.Ri.Bò", lo stesso bar che vide il sindaco Russo tagliare il nastro nel giorno della sua inaugurazione. Ora sarà la commissione d'accesso a dover far luce per individuare possibili infiltrazioni camorristiche nel comune alle porte di Napoli.

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